LE FUNZIONI ESECUTIVE: PERCHE’ SONO COSI’ IMPORTANTI NEI DSA?

L’espressione “Funzioni Esecutive” (FE) comparve nel 1983 quando Muriel Lezak la utilizzò
per primo per riferirsi a quelle abilità cognitive che rendono un individuo capace di eseguire un
comportamento indipendente, finalizzato e adattivo; un insieme di abilità capaci di controllare e regolare le altre funzioni cognitive e il comportamento.
Nello specifico consistono nella capacità di processamento selettivo delle informazioni e nel loro mantenimento, almeno di quelle più rilevanti durante lo svolgimento di un compito: l’abilità cioè di programmare e pianificare una sequenza di atti o azioni per il raggiungimento di uno scopo o la loro inibizione, il problem solving e l’autocontrollo.
Le FE sono adatte soprattutto a situazioni complesse e inedite, di differenti tipologie, nella regolamentazione e pianificazione del comportamento, con un ruolo di organizzazione strategica per l’adattamento alle diverse richieste ambientali.
Vi sono tre componenti principali delle FE, dalle quali deriverebbero i processi cognitivi più complessi:
INIBIZIONE (inhibition): capacità di controllare l’interferenza di stimoli irrilevanti rispettoal compito che si sta svolgendo e di diminuire tale interferenza per raggiungere in modo funzionale l’obiettivo preposto. Senza un controllo inibitorio, saremmo tutti continuamente preda dei nostri impulsi!

MEMORIA DI LAVORO (working memory, WM): mantenimento di informazioni in mente e

capacità di processare, lavorare e manipolare le stesse.

FLESSIBILITA’ COGNITIVA (shifting): la capacità di cambiare prospettiva (spaziale o interpersonale), l’abilità di essere flessibile e adattarsi in base ai cambiamenti che si verificano nell’ambiente circostante e che ci consentono di cambiare schema comportamentale a seguito di un feedback esterno. Necessita della presenza delle abilità di inibizione e del mantenimento in memoria delle informazioni.

La maturazione dell’area area corticale adibita alle FE inizia già nei primi mesi di vita e il suo pieno sviluppo è raggiunto solo in età adolescenziale e adulta. Il controllo inibitorio e la WM sono tra le prime a comparire, con segnali osservati nei neonati già tra i 7 e i 12 mesi di età, successivamente, tra i 3 e i 5 anni, i bambini mostrano uno scatto in termini di prestazioni nei compiti di inibizione e di WM. Durante questo periodo anche la flessibilità cognitiva e la pianificazione cominciano ad emergere, sebbene i bambini in età prescolare non abbiano ancora FE pienamente mature: continuano a fare errori, spesso non a causa della mancanza delle abilità emergenti, ma piuttosto perché non hanno la consapevolezza di quando e come utilizzare particolari strategie nei diversi contesti.
Nello specifico, lo sviluppo delle FE diviene possibile solo dopo quello della capacità dmantenere le risorse cognitive focalizzate su un target per periodi prolungati di tempo (ATTENZIONE SOSTENUTA); a questa preliminare capacità attentiva si affiancherebbero, come tappe successive, la capacità di mantenere informazioni in memoria per il tempo necessario al loro utilizzo (memoria di lavoro), poi quella di inibire stimoli non pertinenti alle elaborazioni in corso (inibizione) e infine la capacità di passare da uno stimolo/compito a un altro (shifting attentivo).
Di conseguenza, difficoltà nello sviluppo di abilità precoci, come ad esempio l’attenzione sostenuta, potrebbero avere ripercussioni significative sullo sviluppo di abilità successive, come quelle di memoria di lavoro, di inibire stimoli interferenti o di passare in modo flessibile da un compito a un altro.
QUANDO USIAMO LE FUNZIONI ESECUTIVE?
Nell’apprendimento di nuove azioni, nello svolgimento di atti che implicano processi di decisione e pianificazione, nelle azioni in cui è necessario correggere gli errori, nei comportamenti nuovi che richiedono l’esecuzione di una nuova sequenza di azioni, nelle attività in cui è necessario monitorare costantemente il proprio comportamento, nelle azioni in cui bisogna superare risposte abituali.
In molti disturbi del neuro-sviluppo come i DSA sono segnalati deficit delle FE e nello specifico:
compromissione della memoria di lavoro, dell’ inibizione e dello shifting nei bambini e adolescenti con DSA, soprattutto con disturbo di lettura.
• La memoria di lavoro è l’ambito delle FE che è stato maggiormente associato alle abilità di lettura: l’integrità del sistema di memorizzazione di informazioni verbali è un prerequisito essenziale per una buona performance nella decodifica di lettura. Ampie capacità di WM consentono di svolgere più processi multipli richiesti dalla lettura, come decodificare parole non conosciute, richiamare le conoscenze semantiche di parole note, rievocare il testo precedentemente letto e anticipare i contenuti
La capacità di fare inferenze, le strategie di monitoraggio del testo letto e la WM sono più associate alla comprensione del testo.

Le abilità di pianificazione sono implicate nella comprensione del testo.

Vi è dunque una generale compromissione delle FE in presenza di dislessia!

QUALI CARATTERISTICHE PRESENTANO GLI STUDENTI CON SCARSE FUNZIONI ESECUTIVE?
Difficoltà ad eseguire troppe istruzioni alla volta (fragilità di esecuzione di consegne lunghe e/o complesse), difficoltà nel monitoraggio dell’attività (a che punto sono?), difficoltà ad autocorreggersi, difficoltà a procedere da soli, difficoltà ad organizzarsi, difficoltà a tenere il segno o il filo del discorso, difficoltà di attenzione e memoria negli apprendimenti.

COME POSSONO ESSERE AIUTATI GLI STUDENTI CON DEFICIT DELLE FE?
Oltre ad uno specifico POTENZIAMENTO delle abilità carenti (effettuato da professionisti quali Logopedista, Psicologo, Neuropsicologo), è necessario COSTRUIRE UN EFFICIENTE METODO DI STUDIO, possibilmente attraverso la figura del TUTOR DSA che è specificamente formato per impostare strategie di studio efficaci.
A casa, ad esempio, potrebbe essere utile, lo stesso giorno della spiegazione dell’argomento in classe, dedicare un breve ripasso, anche con esercizi, di quanto raccolto in aula per verificare se i propri appunti siano comprensibili e sistemarli in mappe, per poter eventualmente fare domande successive al docente.
Prima della lezione successiva è importante fare un ripasso di quanto già studiato fino a qual momento (meglio se con mappe autoprodotte) e anticipare ciò che si studierà.
Prima della verifica, se si sono eseguiti i punti consigliati precedentemente basterà riprendere le mappe o altri promemoria costruiti e rispondere ad eventuali domande di autoverifica.

 

Scritto da Dott.ssa Cristina Iosa – Logopedista

LE FUNZIONI ESECUTIVE: cosa sono e perchè sono così importanti nei DSA?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *