Gli stili di apprendimento possono essere definiti come le modalità prevalenti di funzionamento del nostro cervello per l’acquisizione di nuove informazioni.
Da numerosi studi è emerso infatti che ciascun individuo tende ad acquisire e a gestire informazioni in modo diverso, cioè ciascuno apprende in modi diversi.
Ad esempio vi sono persone che riescono a memorizzare meglio informazioni concrete, mentre altri utilizzano prevalentemente modelli astratti; oppure alcuni riescono a recepire meglio informazioni attraverso supporti visivi, mentre altri preferiscono le spiegazioni orali.
La predisposizione verso certe modalità non è “innata” e “fissa”, ma è influenzata dall’esperienza e può essere modificata.
Gli stili di apprendimento si riflettono sulle tecniche di studio di ciascuno.
In letteratura vi sono due principali modelli che definiscono i diversi stili di apprendimento: il modello VAK e il modello Felder-Silverman.
Il modello VAK si basa sui tre principali aspetti sensoriali, cioè la vista, l’udito e il movimento, e ha lo scopo di determinare la funzione prevalente. In una situazione di apprendimento, infatti, si usano tutti e tre gli strumenti, ma uno solo tende a prevalere sugli altri.
Lo stile dominante non sempre è lo stesso, ma può variare a seconda del compito da affrontare o della situazione.
I tre stili di apprendimento secondo il modello VAK sono:
Stile Visivo: le persone che preferiscono lo stile visivo ricordano meglio ciò che possono vedere. Si possono suddividere in due ulteriori categorie: visivo-linguistico e visivo-spaziale. Chi preferisce lo stile visivo-linguistico impara attraverso il linguaggio scritto, cioè con attività di lettura o scrittura. Chi preferisce lo stile visivo-spaziale, invece, impara attraverso grafici, tabelle, disegni e videoproiezioni.
Stile Auditivo: chi ha prevalenza dello stile auditivo ha bisogno di ascoltare ciò che deve imparare. Preferisce la lettura ad alta voce e a volte ripete a voce alta o parla tra sé e sé mentre studia. Può avere difficoltà con i compiti scritti mentre lavora molto bene nelle situazioni di dialogo con altri studenti. Ama registrare e riascoltare le lezioni.
Stile Cinestetico: le persone che prediligono lo stile cinestetico hanno bisogno di toccare oggetti e di essere in movimento. Questi studenti non riescono a concentrarsi se sono costretti a stare immobili per lungo tempo, amano prendere appunti ed essere coinvolti in varie attività durante le lezioni. Hanno spesso necessità di pause frequenti.
Il modello Felder-Silverman si basa sui cinque momenti di elaborazione dell’informazione e li suddivide in cinque coppie dicotomiche: Sensoriale/Intuitivo, Visuale/Verbale, Induttivo/Deduttivo, Attivo/Riflessivo e Sequenziale/Globale.
Gli studenti Sensoriali tendono alla concretezza e alla metodicità, amano i fatti concreti, amano risolvere i problemi attraverso procedure standardizzate, prediligono l’analisi dei dettagli. Sono di solito lenti ma precisi.
Gli studenti Intuitivi invece amano la varietà e le novità, sono abili nel risolvere problemi in modo creativo e nell’afferrare nuovi concetti, sono veloci nell’apprendimento ma possono essere imprecisi.
Gli studenti Verbali prediligono il codice linguistico, preferiscono leggere e ascoltare.
Gli studenti Visivi preferiscono leggere e poi crearsi quadri mentali, immagini mentali, utilizzano le informazioni di natura visuo-spaziale.
Gli studenti Induttivi utilizzano come processo mentale che procede dal particolare al generale, partendo da osservazioni, dati ed esperimenti per ricavarne principi e teorie.
Gli studenti Deduttivi vanno nella direzione opposta: partono dai principi generali da cui si traggono le conseguenze per arrivare all’analisi dei casi specifici, cioè al particolare.
Gli studenti Attivi imparano meglio in situazioni che permettono loro di agire e sperimentare e prediligono il lavoro di gruppo; non danno il meglio, invece, nelle situazioni di staticità e passività.
Gli studenti Riflessivi, al contrario, nel cercare una risposta hanno bisogno di tempo per analizzare con calma ogni input e preferiscono lavorare da soli.
Gli studenti Sequenziali imparano passo dopo passo, via via che il materiale viene presentato, seguendo ragionamenti lineari e andando dal più facile al più difficile.
Gli studenti Globali invece hanno bisogno di vedere prima il quadro generale per poi ricostruirlo nei particolari.
Concludendo, risulta importante e utile conoscere quali sono gli stili prevalenti di ciascuno studente poiché si possono rendere più efficaci gli insegnamenti, e si può accompagnare l’alunno nell’uso dello stile più adeguato a seconda della situazione di apprendimento. Non si tratta di contrapporre una modalità ad un altra, ma di esplicitare quando è più efficace e opportuna una e quando l’altra.
L’attenzione per gli stili degli allievi consente inoltre di valorizzare i punti di forza di ciascuno e migliora la motivazione allo studio oltre che l’apprendimento.
Nel processo verso l’autonomia di ciascun ragazzo è un passo importante la consapevolezza dei propri punti deboli e di forza, per avere coscienza di quali strategie adottare per meglio rispondere al proprio stile cognitivo, ma anche di quali aspetti del proprio apprendimento necessitano di miglioramento o di particolare attenzione.
scritto dalla dott.ssa Laura D’Alessandro